Lunedì 10 ottobre, a Roma, ho partecipato come relatrice all’evento “Vivi Internet” per parlare del nuovo Regolamento sulla protezione dei dati personali e il Privacy Shield UE-USA. Il convegno è stato inserito all’interno di un progetto (promosso da Google, Polizia di Stato, Altroconsumo e IAIC in collaborazione con le principali Università italiane) volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della privacy e della sicurezza online, alla luce del Regolamento Privacy adottato nel maggio 2016 e che entrerà in vigore nel 2018. Tra i relatori anche il Presidente e socio fondatore IAIC, la Dott.ssa Augusta Iannini e il Vice Presidente Garante Privacy.
Nel mio intervento ho sottolineato l’attenzione che il M5S pone sul tema della protezione dei dati personali. Basti pensare allo scandalo Datagate. Come M5S, fin dal luglio del 2013, non appena emersero i primi dettagli dello scandalo, abbiamo presentato molti atti di sindacato ispettivo e iniziative volte ad indurre il Governo dell’epoca a prendere una posizione forte in difesa dei diritti dei cittadini italiani a fronte della raccolta indiscriminata dei propri dati. Naturalmente nessuna risposta soddisfacente arrivò a quelle nostre sollecitazioni. Anche sui tavoli europei la voce del Governo Italiano, dei vari Governi Italiani fu pressoché assente. Dal 2013 molta acqua è passata sotto i ponti, ma i problemi sono gli stessi. Sappiamo che la formale adozione del Privacy Shield (che è un accordo tra UE ed USA per la protezione dei dati personali in rete) è una soluzione di compromesso nel difficile rapporto, su questo fronte, tra Unione Europea e Stati Uniti.
Per il M5S, l’utente deve essere al centro del sistema di protezione dei dati e ogni soluzione tecnologica deve essere costruita in modo da assicurare all’utente la massima protezione possibile dei propri dati personali. Sul fronte della normativa non mancano, tuttavia, degli aspetti disarmonici sui quali è necessario intervenire. Sul fronte della normativa italiana non mancano di certo degli aspetti sui quali è necessario intervenire. Basti pensare al tema del telemarketing selvaggio su cui il M5S ha presentato una proposta di legge a mia prima firma, purtroppo mai calendarizzata. L’entrata in vigore del Regolamento sicuramente rappresenta un passo in avanti in materia di protezione dei dati personali ma solo il tempo ci potrà dire se questo strumento sarà in grado di garantire una protezione efficace. Il M5S continuerà a lavorare e a partecipare a momenti di dibattito con l’obiettivo di mettere sempre più i cittadini al centro del sistema di protezione dei diritti fondamentali.