13 Giugno 2014

Visita ispettiva al carcere di Melfi (PZ)

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Dopo le proteste dei detenuti che si sono verificate i giorni scorsi nel carcere di Melfi a causa dell’aggiunta di 100 posti nell’attuale casa circondariale, oggi, ho ritenuto opportuno eseguire una visita ispettiva per constatare personalmente le condizioni dell’edificio.

Dai dati rilevati è emerso che la struttura ospita 247 detenuti di cui 227 in regime di alta sicurezza, 19 detenuti comuni ed 1 semilibero. La capienza tollerabile del penitenziario è di 237 posti rispetto a quella ordinaria che ne prevede 104. Con il 90% dei detenuti in alta sicurezza, il carcere di Melfi assume valenza particolare a differenza degli altri due carceri presenti in Basilicata.

Con il Comandante, ho visitato la struttura nelle sue diverse sezioni comprese la sala dei colloqui, quella della attività ricreative e le aule scolastiche.  Sono state rilevate principalmente tre cose: in primo luogo che l’allarme sovraffolamento è rientrato. Infatti a seguito delle proteste, non sono stati assegnati nuovi detenuti, nonostante ci siano ancora delle celle che ospitano il terzo letto. In secondo luogo, sono necessari dei lavori strutturali per inserire le docce all’interno delle celle, oltre che risolvere l’annoso problema delle infiltrazioni d’acqua che segnano visibilmente l’edificio.  Infine sarebbe essenziale affidare la struttura ad un direttore stabilmente presente dato che l’attuale, da circa due anni, deve dividersi tra il carcere di Melfi ed il penitenziario di San Severo: un’assenza che crea disagi in un carcere di alta sicurezza.

Attualmente il carcere di Melfi è soggetto ad un “sovraffollamento tollerabile”, tuttavia nonostante l’allarme sia rientrato almeno per la struttura in questione, ricordiamo che il M5S ha elaborato un piano carceri alternativo già in tempi non sospetti insieme al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Infatti il documento è stato consegnato prima il 5 agosto 2013 all’allora Ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri e poi, nel mese di ottobre 2013, al Presidente Napolitano. La ratio di questo programma sta nel recupero funzionale di carceri mal utilizzate, recupero di sezioni chiuse, costruzioni di nuovi padiglioni e riallocazioni di cubature. L’intero progetto prevede, ad esempio, l’unificazione di celle portandole a triple/quadruple con un allargamento delle stesse così da rientrare nelle prescrizioni imposte dalla sentenza Torreggiani. Nel piano, si prevede poi la modifica del sistema di vigilanza rendendola dinamica, come già sperimentato positivamente in alcuni penitenziari, così da recuperare risorse del personale attualmente in sofferenza numerica. Tutto ciò porterebbe le carceri italiane ad avere 69.120 posti disponibili, rispetto alla capienza attuale di circa 47.040 posti, ovvero con un aumento della capacità di ben 22.000 posti rispetto all’attualità entro la fine del 2015, eliminando completamente la situazione di emergenza carceraria e generando inoltre un surplus di posti disponibili.

Riteniamo sia necessario, inoltre, agire anche sul piano legislativo, come ad esempio sulla “ex Cirielli”, oltre che sulla revisione al ribasso delle pene per chi è detenuto per spaccio di lieve entità, alla luce della sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale la legge Fini-Giovanardi.

Il decreto legge c.d. ‘svuotacarceri’ approvato il 4 febbraio 2014 alla Camera dei Deputati, non ha risolto i problemi che affliggono le strutture di detenzione. Amnistia e indulto che saltuariamente  vengono riproposti dal Presidente della Repubblica, non sono una soluzione e rischiano di favorire sempre i “soliti noti”. In passato ne hanno giovato banchieri, imprenditori, manager e politici, autori di reati predatori del Paese e magari ne potranno giovare ancora con un nuovo indulto e amnistia.  Il M5S continuerà a proporre soluzioni intelligenti e alternative in un’ottica di riorganizzazione locale e nazionale a lungo termine, da qui ai prossimi vent’anni. La forza delle nostre proposte è che sono ideate con gli stessi operatori che ogni giorno vivono la realtà carceraria in prima persona, per una società più sicura che allo stesso tempo tuteli la dignità di coloro che scontano le condanne negli istituti penitenziari.

 

One Comment

  1. Alberto 8 Luglio 2014 at 2:22

    Sono contento che lei è andata a Melfi così vedeva con i suoi occhi la situazione ma dovrebbe cercare di vedere più a fondo le cose come stanno…per quanto riguarda ai detenuti che hanno anche delle patologie e non riescono ad avere i medicamenti che veramente gli servono….grazie è lì ripeto che sono contento x la sua visita

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