Domenica scorsa durante l’agorà che abbiamo fatto ad Acerenza il TG3 mi ha fatto una piccola intervista. MA GUARDATE BENE COME SI CONCLUDE IL SERVIZIO! Si dice che ci sono dei dubbi sulla costituzionalità dell’uscita dall’Euro! Perché non mi hanno fatto una domanda su questo e invece lo hanno insinuato alla fine del servizio? Perché non mi hanno chiesto questo invece della solita retorica domanda? E’ incredibile!!!! Siamo in periodo di par condicio ed è inaccettabile che ci si comporti in questo modo così fazioso.
Entrando nel merito, ecco cosa avrei risposto se mi fosse stato concessa la parola e il dubbio.
Noi vogliamo fare la stessa cosa che è stata fatta nel 1989, ovvero quando con una legge costituzionale (che stiamo già preparando), fu indetto un “referendum di indirizzo” (ossia consultivo) sul conferimento di un mandato al Parlamento Europeo per redigere un progetto di Costituzione europea.
Fermo restando che dall’Euro l’Italia non potrebbe uscire tramite un referendum abrogativo (lo vieta l’articolo 75) e che nel nostro ordinamento non è possibile proporre lo svolgimento di referendum consultivi, al di là delle espresse previsioni della costituzione (articolo 132, ai sensi del quale tali consultazioni riguardano unicamente modifiche ai territori delle Regioni).
In ogni caso, oltre all’aspetto formale, un referendum sulla permanenza del nostro Paese nell’area della moneta unica non farebbe altro che concretizzare il principio cardine del nostro regime democratico, solennemente sancito nel primo articolo della Carta Costituzionale repubblicana, secondo cui «La sovranità appartiene al popolo». Al popolo sovrano, dunque, la parola!”