19 Dicembre 2017

#Lavoro2025: come evolverà il lavoro nel prossimo decennio

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Dopo aver realizzato un convegno di 2 giorni alla Camera dei Deputati, abbiamo presentato domenica scorsa anche a Matera “Lavoro 2025”, il primo studio previsionale che, a partire dall’inarrestabile rivoluzione tecnologica in corso, tenta di prevedere e descrivere le caratteristiche del mondo del lavoro nel prossimo decennio. La ricerca è stata illustrata, oltre che a Matera, in molte altre città italiane ed estere. L’indagine è stata commissionata dal M5S a Domenico De Masi, professore emerito di Sociologia del Lavoro presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Lo studio ha adottato il metodo Delphi e si è avvalsa dei contributi di undici prestigiosi esperti della materia: Leonardo Becchetti, Federico Butera, Nicola Cacace, Luca De Biase, Donata Francescato, Diego Fusaro, Fabiano Longoni, Walter Passerini, Umberto Romagnoli, Riccardo Staglianò, Michele Tiraboschi.


Insieme al collega Claudio Cominardi, membro della Commissione Lavoro alla Camera, abbiamo parlato del ruolo delle tecnologie, del digital divide, della robotizzazione nel mercato del lavoro e dell’allarme legato alla disoccupazione tecnologica. Dalla ricerca è emerso infatti che robot e software nel 2025 creeranno 13 milioni di nuovi posti di lavoro, ma ne distruggeranno 22 milioni per via dell’automazione che cancellerà non soltanto mansioni manuali, ma anche quelle intellettuali esecutive. Da qui un’importante riflessione del ruolo della politica che attraverso le sue scelte dovrà attivarsi per formare dei cittadini che saranno impiegati in nuovi lavori. Le conseguenze saranno inevitabili anche sul welfare che cambierà radicalmente, complice l’invecchiamento della popolazione e l’aumento delle disuguaglianze. Secondo le previsioni della ricerca, sarà il pubblico-privato a giungere in soccorso della popolazione e al contempo sarà indispensabile l’istituzione di un reddito di cittadinanza (primo punto del programma del M5S) che assicuri alle fasce più deboli la sussistenza. Tuttavia le nuove tecnologie, se incentivate, porteranno il tasso di disoccupazione sotto il 10% con un abbassamento della durata annua media del lavoro che calerebbe del 14%, da 1.800 a 1.500 ore con attività sempre più smart.

“Lavoro 2025” è stato quindi uno strumento necessario per  programmare le future politiche del lavoro, ma anche educative, formative, industriali e di welfare.

Qui la registrazione integrale dello streaming del convegno.

Mirella Liuzzi – Portavoce M5S Camera