11 Luglio 2018

LA RAI ALLA SFIDA DELL’INNOVAZIONE DIGITALE, SPUNTI CRITICI PER UNA RINASCITA DEL SERVIZIO PUBBLICO

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Il 2017 ha segnato il boom della televisione liquida, con una stima di circa 3 milioni di cittadini che guardano abitualmente la tv in streaming e in numero 3/4 volte superiore che scaricano abitualmente contenuti televisivi sui propri dispositivi. È quanto emerge dalla relazione annuale del presidente di Agcom Cardani che evidenzia come in Italia crescono, e di molto, le forme di accesso non tradizionali alla tv. Questo nuovo scenario ci pone davanti a nuove sfide per il paese: occorre fare investimenti che vanno nell’ottica delle nuove tecnologie.
Rispetto al recente passato è cambiato anche il modo di usufruire dei contenuti audiovisivi, non solo per via della nuova televisione liquida, ma anche grazie all’arricchimento e all’evoluzione dei video aggregetor in Content Creators che riescono a guadagnarsi soprattutto nel pubblico più giovane un copioso spazio nel mercato dei media. L’avvento del 5G porterà sempre di più verso uno stravolgimento di questa fruizione televisiva con la tv che esce dal salotto di casa per essere vista sempre più in mobilità e con gli utenti sempre più artefici del proprio palinsesto.

In questo contesto, la Rai può rinascere e può farlo grazie all’innovazione digitale e a un serie di contenuti, assolutamente ‘pregiati’ prodotti nel corso del tempo che contribuiscano a differenziarla dalle televisioni commerciali ed avvicinarla a nuovi competitors a pagamento che stanno integrando l’offerta internet a quella presente sul digitale.

Per farlo, tuttavia, bisogna attuare un modello smart, razionalizzando i canali, uscendo dall’ottica rigida che ogni canale debba avere un indirizzo politico preciso, adottando una visione di prodotto a lungo tempo da spendere sul mercato internazionale con un canale che abbia come vocazione l’informazione all’avanguardia, un canale senza pubblicità che rappresenti qualcosa di diverso da tutto il resto dell’offerta televisiva.

La Rai che intendiamo consegnare ai cittadini rappresenterà il punto di equilibrio tra il patrimonio della nostra storia e la visione di un futuro multimediale già nelle mani delle giovani generazioni, contribuendo così a sviluppare il senso critico, civile ed etico della collettività. L’azienda Rai dovrà ridisegnare completamente, da qui a cinque anni, la propria offerta. La qualità del prodotto audiovisivo, la sua fruizione attraverso i diversi dispositivi, la possibilità di commercializzarlo all’estero, costituiranno pertanto le sfide più urgenti.

L’obiettivo è quello di far evolvere la Rai verso un modello di moderna media company che punti sul digitale e sull’innovazione e ne sappia cogliere le sfide, privilegiando prodotti multimediali di qualità e puntando a una informazione in cui il rigore delle notizie prevalga sui contenitori di commento. Strategica sarà infine la componente industriale, valorizzando il lavoro dei centri di produzione rispetto agli appalti esterni e puntando sulle professionalità e le risorse già al suo interno.

Come ricordava Di Maio qualche giorno fa: se la prossima Netflix sarà italiana dipenderà dagli investimenti di oggi. La Rai che vogliamo passa per un rinnovamento di persone, idee e prodotti. Più “liquida” forse, ma sicuramente anche più solida e votata al futuro.