Oggi ho partecipato al Festival della partecipazione, un evento fatto di laboratori, conferenze e dibattiti, finalizzato a costruire nuove forme di attivismo e di cittadinanza attiva. Il convegno è stato organizzato da ActionAid, Cittadinanzattiva e Slow Food Italia, in collaborazione con il Comune di L’Aquila.
Il mio intervento è stato inserito nel panel “Fake news good laws?”.
Quello delle fake news è un fenomeno che riguarda la diffusione di notizie non verificate e molto spesso false. Si è discusso sulle iniziative, proposte di legge molto dibattute, e sul rischio che queste ultime possano risultare inefficaci e addirittura incidere negativamente sulla libertà degli individui.
Il termine “fake news” è di tendenza in questi ultimi tempi. L’inglesismo, a primo impatto, ci fa pensare alle notizie online, ma “fake news” potrebbe essere un contenitore vuoto se consideriamo solo i social ed escludiamo i media tradizionali. E’ capitato spesso, infatti, che giornali e TV prendessero notizie diventate virali in rete, che poi si sono rivelate delle vere e proprie bufale, perdendo così di credibilità.
Internet viene spesso definito come “il far west” e/o luogo in cui “tutti sono anonimi”. Tali sentenze non dicono la verità. Le regole ci sono e vengono applicate come nella realtà (es. vedi reato di diffamazione). Sin dall’inizio della legislatura in molti hanno tentato di legiferare per applicare dei filtri sui social e determinati blog. Questo, in poche parole, si traduce in tentativo di censura. Invece la politica ha il dovere di applicarsi per far maturare lo spirito critico attraverso l’alfabetizzazione dei media (es. nelle scuole), il controllo delle fonti, senza scadere in meccanismi censori. Questo attraverso dei progetti, come quello che si sta portando avanti a Roma (“Roma Facile”) con cui vengono dati alcuni rudimenti informatici ai cittadini che non hanno dimestichezza con l’uso di internet. Inoltre lo Stato deve prevedere maggiori finanziamenti per la Polizia Postale, che ha un ruolo importantissimo per contrastare i fenomeni distorsivi in rete. Il M5S continua a lavorare da una parte per salvaguardare la libertà di espressione e dall’altra scoraggiare la misinformazione anche attraverso l’organizzazione di eventi in discussione proprio sulla piattaforma in rete Rousseau.
Il mio intervento completo:
Mirella Liuzzi – Portavoce del M5S alla Camera