Sono stata presente tutta la settimana alle sedute della commissione ambiente (alcune durate anche 19 ore consecutive) per discutere e votare emendamenti allo #sbloccaitalia, decreto che prevede più trivellazioni, inceneritori, cementificazioni selvagge e privatizzazione dell’acqua.
Durante la seduta di venerdì notte è stata annunciata Matera capitale della cultura 2019.
Sono stata felicissima per i primi minuti, nonostante insieme agli attivisti di Matera, avessimo fatto presente la non trasparenza del comitato.
Poi però mi sono dovuta scontrare con ciò che in quel momento stavamo votando in commissione, ovvero raddoppio delle estrazioni petrolifere in Basilicata (da 80mila barili a circa 150mila), competenze che passano dalle Regioni allo Stato ignorando totalmente gli enti locali, con forti rischi di incostituzionalità, ed infine con il fatto che si stabiliscano come opere strategiche le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale che sono definite dal decreto “di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”.
In pratica nella mia terra, le trivellazioni, oltre ad essere raddoppiate, godranno di procedure accelerate e semplificate gestite direttamente a livello statale.
Avremo una capitale della cultura #Matera2019 con le trivellazioni intorno.
Spero che proprio questa occasione di grande importanza internazionale, faccia nascere un moto d’orgoglio in tutti noi cittadini lucani. La cultura, la bellezza e la nostra salute, la nostra terra, viene prima di qualsiasi atto speculativo da parte di compagnie petrolifere ammanicate da anni con il Partito Democratico e che guadagnano sulla nostra pelle (qui i dati→ http://goo.gl/Q66FIw).
(immagine da articolo del Fatto Quotidiano di oggi “La terra dove Cultura fa rima con Petrolio”)