17 Ottobre 2013

Antenna Sud: lavoratori licenziati e in cassa integrazione, ma per il MiSe l’emittente gode di ottima salute

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Oggi ho ricevuto risposta all’interrogazione che ho presentato a Luglio in IX Commissione circa la chiusura di Antenna Sud, emittente locale pugliese, che secondo numerosi articoli di stampa si trova sull’orlo della chiusura.
Partendo da questi, abbiamo sollevato le nostre perplessità ai Ministri competenti. Le questioni erano essenzialmente due:

  1. Dove fosse finito il milione di euro di contributi PIA ed i guadagni ricavati dalla dimissione di alcune frequenze tv che avevano fruttato 200mila euro;
  2. Quali tutele si sarebbero prospettate per i lavoratori dell’emittente, dato che molti di questi risultavano in cassa integrazione a partire dal mese di febbraio 2011 ed i giornalisti della rete non percepivano lo stipendio da agosto 2012, quest’ultimo a causa dello sciopero permanente dei servizi telegiornalistici della rete. Al tutto si aggiungeva il licenziamento di 26 persone.

La risposta è stata abbastanza precisa e puntuale da parte del Viceministro Antonio Catricalà. Per quanto riguarda i contributi PIA (per la promozione dell’innovazione dei processi aziendali) risulta che la ditta abbia presentato domanda nel 2004 ma che tuttavia non sia mai stata oggetto di un decreto di concessione provvisoria delle agevolazioni. Per la dismissione e la vendita di alcune frequenze, questa operazione è avvenuta prima dello swich-off, ovvero quando era possibile vendere le singole frequenze di cui era proprietaria la società. Trattandosi comunque di vendita tra soggetti privati, il MiSE non ha potere nel sapere che fine abbiano fatto i 200mila euro ricavati. Inoltre secondo i dati in possesso del Ministero dello sviluppo economico, risulta che al momento della presentazione della domanda (marzo 2012) la società non presentava evidenti segni di dissesto, tant’è che la stessa ha dichiarato un patrimonio a netto delle perdite di 2 milioni e 700 mila euro circa, con personale composto da 36 dipendenti. Addirittura i documenti in possesso del MiSE non constatano alcuno stato di crisi. La stessa emittente, tra il 2011 e il 2013, ha percepito molteplici contributi erogati dal MiSE pari a circa un milione e 200mila euro. A cui vanno aggiunti 104mila euro circa in corso di pagamento.

Certo è curioso constatare come da una parte ci siano lavoratori in cassa integrazione e dall’altra l’emittente che gode di ottima salute. Dove sta la verità? Non lo sappiamo. Per il momento era necessario chiedere dei chiarimenti e noi lo abbiamo fatto.