30 Maggio 2014

Agenzia Spaziale Italiana di Matera: chiediamo trasparenza e chiarezza

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Il 20 maggio 2014, ho presentato un’interrogazione sull’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), un ente pubblico nazionale che ha compito di ricerca e sviluppo nel campo spaziale. Recentemente l’ASI è stata oggetto della cronaca giudiziaria, partita da un’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma per un presunto giro di tangenti e tentativi di concussione che ha visto il coinvolgimento del suo ex-Presidente, l’Ing. Enrico Saggese, poi messo agli arresti domiciliari insieme ad altri dirigenti. Dopo numerose segnalazioni, rafforzate dagli scandali che hanno coinvolto gli apici dell’Ente, ho ritenuto opportuno chiedere al Ministero dell’Istruzione di intervenire affinché l’ASI torni ad essere in primis un istituto che svolge attività di ricerca scientifica e teconologica, così come previsto dal Decreto Legislativo 128/2003 e come già fatto dai colleghi di cultura Francesco D’Uva e Luigi Gallo.

MateraSpaceCentre_HR_MGzoom

L’ASI è presente anche in Basilicata, con il Centro di Geodesia Spaziale (CGS) di Matera, anch’esso non esonerato da segnalazioni, che ci hanno indotto ad interrogare il Ministero anche sulla gestione dei dati prodotti dalle richerche dell’ente lucano per sfatare il rischio di una possibile commercializzazione opaca degli stessi, in particolar modo per quelli connessi al programma CSK (il CSK è una missione spaziale realizzata nel campo delle Osservazioni della Terra mediante dei satelliti in orbita). Un programma di rilevanza scientifica e di lustro nazionale che presenta però poca trasparenza su diversi fronti: è costato ai contribuenti ben 1.5 miliardi di euro e ha imposto al vertice di questo ente pubblico Saggese, uomo di fiducia di FINMECCANICA (palesando un conflitto di interessi tra la mission dell’ente e quella di un grosso centro industriale). Ad oggi, rischia di mandare a casa circa 300-400 lavoratori FINMECCANICA essendo ad alto rischio di fallimento.

Per cercare di creare una gestione dei dati più limpida, la Regione Basilicata, nel programma CSK aveva chiuso un accordo con Saggese che prevedeva la creazione di un Centro di Interpretazione dei Dati di Osservazione della terra (CIDOT) indipendente e volto a creare un polo Hi-Tech scientifico specializzato. Tuttavia nessuna delle due parti ha onorato l’impegno preso e il CIDOT è stato creato all’interno dello stesso ente ASI. Per questo abbiamo chiesto al Ministero di assumere iniziative per l’istituzione di un collegio ispettivo al fine di accertare che i dati CSK, ritenuti sensibili, siano stati gestiti in modo trasparente da parte del CIDOT/ASI di Matera.

La segnalazione che mi ha spinto a scrivere questa interrogazione parte dal territorio lucano, dalla paura e dalla preoccupazione di chi ci lavora tutti i giorni, che gran parte di quello che era stato creato nel passato dal Centro possa essere irrimediabilmente compromesso. Per inseguire le chimere di CSK, il Centro Spaziale di Matera ha perso, nel più assordante silenzio, diverse opportunità strategiche in ambito internazionale, come per esempio le innumerevoli occasioni perdute con il programma GALILEO. Il nostro controllo sarà volto a spingere il Governo affinché promuova una strategia ad ampio respiro e di raccordo con i grandi programmi internazionali (vedasi GALILEO, GMES ed il programma HORIZON 2020). Il paese ha bisogno di ricerca, innovazione e trasparenza per ripensare e ri-progettare il suo futuro.

Il testo integrale dell’interrogazione cliccando qui.

11 Comments

  1. rocks 5 Giugno 2014 at 20:45

    Gentile “cittadina”, trovo la sua interrogazione un po’ fuori luogo gettando ombre e dubbi sull’utilità che il nostro paese possa dotarsi di un tale sistema satellitare. Le chiedo di informarsi meglio sui risvolti scientifici, tecnologici, economici e strategici di una missione del genere. Thales Alenia Space è una joint venture al 67% di proprietà francese, ma il progetto Cosmo Sky-Med è un progetto interamente italiano, i finanziamenti sono andati a TASI, società che paga le tasse in Italia, e sono serviti per pagare lavoratori italiani e altre aziende italiane (solo una piccola percentuale è andata all’estero, questo perchè l’Italia non ha tutte le tecnologie per fare un satellite completo). Il progetto di seconda generazione in realtà è già iniziato e se viene fermato ora non avremmo fatto altro che sprecare soldi pubblici. La seconda generazione inoltre servirà a sostituire la prima (i satelliti hanno una vita limitata nel tempo) e va progettata e costruita molto tempo prima. Se non si troveranno i fondi necessari per continuare CSG (Cosmo Second Generation) molti lavoratori italiani rischieranno il posto di lavoro. Questo è l’unico progetto che ci permette di mantenere e sviluppare tale tecnologia in Italia, dato che oramai il contributo italiano all’ESA è diventato talmente irrisorio da non poter permettere di essere Prime Contractor per altri importanti missioni radar (Sentinel 1, lanciato pochi mesi fa, tra poco diventerà un lontano ricordo).
    Le ricordo che altre aziende in Francia e in Germania hanno sviluppato programmi di osservazione radar e l’Italia rischierebbe di rimanere indietro anche in questo campo.
    Mi aspettavo che il M5S appoggiasse la ricerca, la tecnologia, l’industria e il lavoro cercando di trovare i fondi necessari per evitare il blocco del programma.

  2. mroberti 6 Giugno 2014 at 16:13

    Gentile rocks,

    conosciamo bene gli importanti risvolti scientifici della ricerca, tant’è che sono direttamente in contatto con i lavoratori dello stesso centro spaziale. Con questa interrogazione si chiede di fare chiarezza sulla commercializzazione dei dati prodotti e se legge bene il testo (sia dell’interrogazione che del post) è scritto a chiare lettere che l’interrogazione nasce da una segnalazione partita dal territorio e “dalla paura e dalla preoccupazione di chi ci lavora tutti i giorni”.
    E’ anche scritto chiaramente qual’è la posizione del M5S in merito: “Il nostro controllo sarà volto a spingere il Governo affinché promuova una strategia ad ampio respiro e di raccordo con i grandi programmi internazionali (vedasi GALILEO, GMES ed il programma HORIZON 2020). Il paese ha bisogno di ricerca, innovazione e trasparenza per ripensare e ri-progettare il suo futuro.”
    La prego di rileggere attentamente il testo e vedrà che troverà le sue affermazioni non corrette. Per qualsiasi approfondimento ci può contattare alla mail liuzzi_m@camera.it

  3. rocks 6 Giugno 2014 at 22:00

    No, mi dispiace ma credo proprio che la sua interrogazione non fa altro che infangare Thales Alenia Space Italia e il lavoro dei suoi ingegneri ITALIANI, nonché Cosmo Sky-Med, gioiello della tecnologia di cui l’Italia e gli Italiani dovrebbero essere fieri.
    1) “il sistema è stato realizzato dalla Thales Alenia Space (TASI) del gruppo FINMECCANICA ed è costato al contribuente italiano fino ad ora 1,2 miliardi di euro circa. La TASI è partecipata per i due terzi dalla ditta francese THALES e di conseguenza, potrebbe essere considerata a tutti gli effetti di proprietà non più nazionale ma straniera“ Thales Alenia Space Italia è una società con sede a Roma, che impiega lavoratori italiani e che paga le tasse in Italia. Cosmo Sky-Med è un satellite progettato e costruito interamente in Italia
    2) “Tale sistema ha l’ambizione di coprire obiettivi operativo/applicativi e solo marginalmente ha visto il coinvolgimento e prodotto benefici per la comunità scientifica nazionale” ma ne è proprio sicura?!?!? CSK è servito in tante situazioni di emergenza in passato e potrebbe essere utile anche per monitorare le nostre coste
    3) “Il CSK di II generazione sta partendo senza aver prima realmente verificato i reali impatti scientifici, sociali e commerciali del primo programma, né è chiaro il valore aggiunto tecnologico che introduce “ questa è una grossa assurdità. La prima generazione ha già mostrato tutte le sue potenzialità inoltre se non si pensasse oggi a progettare una seconda generazione fra pochi anni l’Italia non avrà più un proprio sistema satellitare. Un satellite ha una vita operativa limitata e quindi bisogna pensare in tempo alla progettazione e costruzione di un nuovo sistema satellitare. Inoltre senza un Cosmo di Seconda Generazione che fine farebbero le società che lavorano alla commercializzazione dei dati? Fra 4-5 anni rischierebbero di chiudere …
    4) “viste le ristrettezze economiche, sta avvenendo che tutti i finanziamenti destinati all’ASI siano stati incentrati per finanziare TASI che dovrà realizzare CSK II generazione penalizzando tutte le altre attività strategiche spaziali di respiro nazionale ed internazionale nel settore delle scienze dell’universo e della fisica fondamentale (e.g. GMES eGALILEO) e dei lanciatori spaziali per le quali l’Agenzia spaziale europea (ESA) e l’Unione europea metteranno a disposizione ingenti finanziamenti nell’ambito del programma HORIZON 2020″ sa cosa significa fermare i finanziamenti per il Cosmo di Seconda Generazione? Sarebbe come aver finanziato ad esempio la costruzione di un ponte ma a metà del progetto fermare tutti i lavori. Ma è così diabolico finanziare TASI, una azienda italiana di un certo livello del settore aerospaziale? Senza contare il fatto che i finanziamenti dei progetti ESA avvengono su un tavolo diverso, e oramai sono anni che il governo italiano non investe più nello spazio? Paesi come la Francia e la Germania investono sia nell’ESA sia nelle Agenzie Spaziali nazionali, continuando così l’Italia perderebbe lavoro e tecnologia.
    5) “se intenda intervenire per orientare l’ASI, in virtù del decreto legislativo n. 128 del 2003 e del suo stesso statuto (articolo 2.2, comma a)); affinché si «sviluppi attività di ricerca scientifica e tecnologica nel settore spaziale “ un’agenzia spaziale dovrebbe investire anche nell’industria, bisognerebbe cambiare questo decreto. Sicuramente è importante l’attività di ricerca ma va abbinata all’industria (che può dare lavoro a molte più persone), non dimentichiamocelo mai!
    Tale modo di fare non fa altro che fermare i pochi finanziamenti esistenti, distruggere l’industria e il lavoro!!!

  4. mroberti 11 Giugno 2014 at 18:48

    Gentile rocks, le rispondo punto per punto in base a quanto ho appreso da coloro che lavorano nel campo ed in base ai dati in mio possesso:

    1) Non si è affatto voluto infangare la THALES con questa interrogazione parlamentare. Tanto meno i lavoratori e gli ingegneri italiani. La pertecipazione straniera nella THALES è del 66% e non fosse così si continuerebbe a chiamare Alenia Spazio. Quindi gli utili di fatto, vanno per i 2/3 alla THALES francese.
    La legge prevede che gli indirizzi e le strategie nel settore spaziale siano dettati dall’ASI non da THALES.

    2) Risulta che la comunità scientifica non sia stata coinvolta nella fase della definizione delle specifiche e dei requisiti della missione, nella progettazione e se entra nel merito delle modalità di utilizzo finale. Per quanto riguarda invece l’utilizzo di non chiara efficacia, si chiede di elencare le emergenze che il sistema ha saputo gestire e se la Protezione Civile si avvale delle applicazione CSK. I casi di emergenza, sono sembrati piuttosto degli spot promozionali del sistema a spese di catastrofi. Sciacallaggio mediatico? Come la comunità scientifica entra in possesso dei dati CSK, quale comunità scientifica acquista i dati CSK per fare ricerca? E JPL/NASA quanto paga per avere i dati CSK? E’ ampiamente dimostrato, che la qualità dei prodotti, applicazioni e servizi forniti dall’omologa missione spaziale tedesca TERRASAR-X TANDEM-X sono significativamente migliori nonostante si avvalgano di due soli satelliti.

    3) Quindi, secondo leo, ogni 5 anni, dall’Italia dovremmo mandare in orbita uno o più satelliti, sempre finanziando la THALES, per non minacciare di licenziamento i lavoratori Italiani, ed andare avanti così ad oltranza. Questo più che fare impresa sembrerebbe un sistema distorto di costruire il futuro e il lavoro. Il problema non è l’esistenza di un CSK di II generazione ma il fatto che esso debba essere finanziamento dell’ASI. Infatti se fosse vero ciò che dice, e cioè che questi impatti scientifici, sociali e commerciali siano rilevanti, THALES dovrebbe trovare convenienza nel finanziarsi privatamente la II generazione o non avere problemi a trovare risorse finanziarie alternative a quelle dell’ASI, se realmente dal paese fosse emersa una impetuosa domanda dei suoi prodotti . A dimostrazione di ciò che si dice sarebbe bello poter conoscere quali sono ad oggi gli utili che e-GEOS (una partecipata di ASI al 25%, con il rimanente di proprietà telespazio S.p.A) produce per la commercializzazione dei dati e le immagini di CSK e raffrontarli poi con i costi di CSK. L’ASI deve spronare l’Industria ed il mondo della ricerca a crescere realmente dal punto di vista tecnologico.

    4) Nessuno dice che non ci devono più essere programmi nazionali nel settore spaziale! Quello sul quale si vuole fare chiarezza è il perché l’unico programma nazionale debba essere quello di CSK II. Risulta che al contrario, per convogliare finanziamenti su CSK si siano persi tanti altri progetti molto promettenti e che avrebbero certamente impiegato molte più persone. Un dato chiarissimo oggi è che posti di lavoro si creano nell’campo dei servizi nel terziario avanzato e delle PMI. Non certo nelle grandi industrie.

    5) Le ricordo che l’ASI è sotto il MIUR. Esistono realtà virtuose e Agenzie spaziali gloriose come la NASA, il CNES francese, la DLR tedesca, lo JAXA Giapponese o la stessa ESA hanno centri di eccellenza all’interno dei quali sviluppano attività di ricerca e tecnologica in proprio.

    Colgo l’occasione per salutarla e ricordarle nuovamente il mio indirizzo di posta elettronica al quale può contattarmi liuzzi_m@camera.it

  5. &ROLL 12 Giugno 2014 at 10:48

    nient’altro da aggiungere sulla puntuale risposta di maria roberti data a rocks. Aggiungo solo una chiosa al punto 5. Nella stessa legge di riordino dell’ASI del 2003 è scritto anche che ASI deve promuovere la crescita dell’industria nazionale nel settore aerospaziale. Sfugge a Rocks che senza ricerca ed innovazione tecnologica non ci può essere promozione industriale. Le due cose non vanno scisse. Proprio l’averle scisse per favorire il “massimo utile” della ditta franco-italiana è alla base della questione morale che ha coinvolto l’ASI ed il suo precedente presidente

    • rocks 13 Giugno 2014 at 22:07

      Ho capito che con voi non si riesce ad avere un dialogo, avete travisato tutto quello che ho scritto, siete fermamente convinti delle vostre opinioni, imparate ad ascoltare TUTTI. Parlo perché conosco bene i fatti. Ho votato M5S alle ultime due elezioni, ma me ne sto quasi pentendo. Avete sempre detto che avreste ascoltato i cittadini, ma in ogni discussione sembra sempre che voi sapete la Verità Assoluta, siete gli unici Illuminati! La vita non è così lineare, imparate anche ad ammettere di aver sbagliato qualche volta. Potrei ribattere punto per punto tutto quello che avete scritto. Ma voglio solo aggiungere che un’industria aerospaziale non può pianificare con finanziamenti spot di pochi mesi per programmi pluriennali, che in Italia non ci sono altre aziende del calibro di TASI (forse c’è solo CGS, che non è in grado di fare satelliti da sola e che è 100% di OHB), che non dovremmo dipendere da altri paesi anche in campo aerospaziale, che l’ASI finanzia anche altri programmi (avete mai sentito parlare di Opsis?), che pochi anni fa Thales Alenia Space Italia si chiamava Alenia Spazio, che l’ASI ha finanziato attraverso CSK Thales Alenia Space Italia SpA, i cui utili sono tassati in ITALIA ed ha sedi a Roma, L’Aquila e Milano , che non bisogna demonizzare il capitale straniero se porta lavoro, che non ho mai detto che la ricerca non serve, ma che è importante anche la sua industrializzazione.

  6. rocks 14 Giugno 2014 at 6:58

    “Infatti se fosse vero ciò che dice, e cioè che questi impatti scientifici, sociali e commerciali siano rilevanti, THALES dovrebbe trovare convenienza nel finanziarsi privatamente la II generazione” ma dove vive lei? Che assurdità? Da questo deduco che capisce bene poco di come funziona l’industria aerospaziale. Comunque le assicuro che Thales non vive solo grazie all’ASI o al CNES, ma le agenzie giocano comunque un ruolo fondamentale per li sviluppo della ricerca, delle tecnologie e della loro industrializzazione

  7. rocks 14 Giugno 2014 at 13:22

    Se il governo decidesse di fermare i finanziamenti per Cosmo Seconda Generazione, oltre ad aver sperperato soldi pubblici, l’Italia rischierebbe di perdere tecnologia e rimanere indietro nel campo aerospaziale. Inoltre 350 ingegneri andrebbero in Cassa Integrazione e ne risentirebbero anche altre aziende come Telespazio o E-geos. Poi si parla di fuga di cervelli, di disoccupazione. A questo punto vorrei capire qual è la posizione ufficiale del M5S al riguardo, così più di mille ingegneri possono meglio comprendere.

  8. Metal 2 Luglio 2014 at 9:34

    @rocks: ma cosa scrive!? La cittadina le ha risposto punto per punto in maniera ineccepibile, di cosa si lamenta? Le ha pure fornito l’indirizzo email privato al quale poter inviare i suoi dubbi e le sue domande, ma quale verita’ assoluta!?
    Ascoltare i cittadini non implica dare loro ragione su ogni parola pronunciata, questa sarebbe anarchia condita da populismo. Ascoltare i cittadini significa che essi possono partecipare, criticare e commentare l’operato degli eletti, nessuno ha mai affermato che il cittadino ha sempre ragione.

    Difatti, l’interrogazione parlamentare della Liuzzi ed il relativo commento in questa sede mi paiono sin troppo chiari e condivisibili. Non si capisce come e dove sia stato infangato il nome di Thales, ne’ in quali modalita’ il M5S si sia espressa contro la ricerca!
    Al contrario, questa viene favorita e stimolata: “Il nostro controllo sarà volto a spingere il Governo affinché promuova una strategia ad ampio respiro e di raccordo con i grandi programmi internazionali (vedasi GALILEO, GMES ed il programma HORIZON 2020)”.

    Il punto qui e’ la richiesta di trasparenza sulla gestione dei dati, che non entra in conflitto con lo sviluppo della ricerca, anzi, al contrario… Glielo devo spiegare?

    Ps. Ottimo lavoro cittadina, continuate cosi’!

  9. me 14 Ottobre 2014 at 21:00

    Qui si parla di 350 ingegneri che lavorano su kosmo . Ma quali? Forse contando tutto il personale preso da ditte esterne ben pagate che stipulano contratti a singhiozzo con il precario di turno?
    Buona parte di chi ha lavorato sempre mantenuto con contratti precari si è già trasferito in Germania, la quale coltiva i suoi interessi mantenendo una politica seria e strategica nell’aerospaziale, vedi Galileo che è stato praticamente fagocitato da una ditta emergente. Perché?
    Concordo con il fatto che mroberti ha ben risposto, puntualmente.

  10. […] dopo decine di sollecitazioni, il governo ha risposto ad un’ interrogazione (ne avevo parlato qui) che ho presentato il 20 maggio 2014, sull’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). L’ASI è presente […]

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