13 Dicembre 2017

“5G, fibra e blockchain. Le nostre priorità per Tlc e PA digitale”. Intervista a Mirella Liuzzi (M5S)

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Le priorità del Movimento 5 Stelle in materia di telecomunicazioni e digitale, in vista della campagna elettorale per le prossime politiche (qui il Pdf del programma telecomunicazioni del Movimento). Ne abbiamo parlato con l’onorevole Mirella Liuzzi (M5S), Segretario della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni e membro della Commissione di Vigilanza Rai.

Key4biz. Il Movimento 5 Stelle sta completando il suo programma telecomunicazioni, in vista della campagna elettorale per le prossime elezioni politiche. Chi avete incontrato e qual è il bilancio dei confronti con aziende e associazioni consumatori?

Mirella Liuzzi. Una prima fase della creazione del nostro programma ha riguardato la votazione online tra i nostri iscritti, dei punti fondamentali. La seconda parte ha riguardato il confronto diretto con gli stakeholder del comparto sui punti del nostro programma elettorale.
Abbiamo incontrato Open Fiber e i maggiori operatori telefonici operanti in Italia (TIM, Vodafone, Wind Tre, Fastweb), un importante OTT come Google, ma anche associazioni di consumatori come Altroconsumo e Adiconsum ed infine associazioni di categoria (Confindustria Digitale, Asstel e Assoprovider). Tutti gli incontri sono stati proficui e hanno portato valore aggiunto e spunti che inseriremo nel programma di Governo.

Key4biz. In vista delle prossime elezioni politiche, quali sono i temi in materia di digitale e telecomunicazioni che il Movimento 5 Stelle sta elaborando nel suo programma elettorale?

Mirella Liuzzi. Abbiamo accumulato 15 anni di ritardi nell’innovazione digitale, sia per le imprese sia per la pubblica amministrazione e siamo tra gli ultimi in Europa per uso di internet e per abbonamenti a banda ultralarga. Con l’aggravante del ritardo infrastrutturale nelle aree in cui si concentra il 65% delle imprese, proprio dove deve attecchire il piano Industria 4.0.
Siamo per favorire la digital economy partendo innanzitutto da quattro pilastri: aumento delle competenze digitali (siamo agli ultimi posti in tutta Europa); investimento pubblico nella infrastruttura in fibra; digitalizzazione della PA; e infine investimenti in industria 4.0.

Key4biz. Quali azioni prioritarie intende portare avanti il Movimento per contribuire alla promozione della banda ultralarga in Italia?

Mirella Liuzzi. Dobbiamo partire dal presupposto che è necessario avere un servizio internet universale con almeno una velocità 30 Mbit/s. Il MoVimento 5 Stelle vuole una gestione ed una infrastruttura di rete a maggioranza pubblica. Considerati gli ingenti investimenti fatti tramite bandi Infratel vinti quasi tutti da Open Fiber, vogliamo creare condizioni favorevoli per unire i maggiori soggetti in un’unica infrastruttura di rete.
Nel momento in cui saranno ultimati gli ultimi bandi per la posa di fibra, andrà incentivata la domanda tramite, innanzitutto, i cosiddetti voucher. Sappiamo che sono disponibili 1,3 miliardi di euro che potrebbero essere investiti proprio per questo capitolo di spesa: l’operatore dovrebbe prima coprire il tratto di rete d’accesso a banda ultralarga e, dopo avere attivato la nuova utenza superveloce e stipulato il relativo contratto, ottenere dal MISE il rimborso del “voucher 100 Mbps”.

Key4biz. Quali sono le priorità per l’Italia in ottica 5G, soprattutto dal punto di vista dei servizi?

Mirella Liuzzi. Le potenzialità del 5G sono ancora tutte da scoprire in quanto non sappiamo esattamente quello che potrà accadere nel momento in cui questa nuova tecnologia sarà disponibile per le aziende e per gli utenti. Sappiamo però che il 5G ha bisogno della fibra per poter funzionare ed è per questa ragione che mobile e fisso saranno sempre più subordinati l’uno all’altro. Il 5G consentirà a miliardi di utenti e oggetti intelligenti (elettrodomestici, macchine elettroniche, etc) di approdare nell’Internet of Things, ovvero l’internet delle cose, e di connettersi alle reti.
Le previsioni dicono che nel 2019 ci saranno 24 miliardi di dispositivi collegati in rete rispetto ai 14 miliardi del 2014. Parte di questa crescita sarà dovuta alle comunicazioni machine-to-machine (M2M) che ammonteranno al 46% del totale dei dispositivi e delle connessioni nell’Internet of Things.
Uno studio condotto per la Commissione europea ha calcolato che implementare la tecnologia mobile di nuova generazione 5G nell’Unione europea porterà benefici economici di 113,1 miliardi di euro l’anno entro il 2025 e creerà più di 2 milioni di nuovi posti di lavoro. Secondo lo studio, il 63% dei vantaggi totali andrà a favore delle aziende, mentre il 37% di benefici riguarderà i consumatori e la società intera.

Key4biz. Quali settori sarebbe prioritario portare sul 5G secondo il Movimento (Energia, Sanità, connected cars ecc)?

Mirella Liuzzi. E’ ancora troppo presto per dirlo, ma vedo delle grosse potenzialità in ottica di industria 4.0, di automazione industriale ed in campo sanitario. Ad esempio, in occasione dell’evento 5G World 2016, è stato dimostrato come la tecnologia 5G possa essere utilizzata nell’ambito della chirurgia robotica tattile.
Altrettanto futurista (ma non impossibile) sembra l’applicazione della tecnologia nel settore delle automobili, se pensiamo che già adesso le auto connesse – dotate cioè di una sim – aumentano di migliaia in migliaia ogni giorno. Conducente e passeggero, infatti, possono ad esempio connettersi in wi-fi al veicolo e utilizzarlo come ufficio mobile.

Key4biz. In tema di cybersecurity nazionale, quali sono le azioni che il Movimento intende spingere nel programma elettorale?

Mirella Liuzzi. Il primo punto è la necessità di uno stanziamento di maggiori risorse pubbliche nell’ambito della cybersecurity. E’ importante creare una reale e forte partnership pubblico/privato con la disciplina di forme di cooperazione tra pubblico e privato nello scambio di dati informatici, al fine di garantire una maggiore sicurezza dell’intero sistema paese. Si può creare un team di esperti con risorse umane che ruotino tra aziende partecipate, private e PA in modo da creare realmente il Sistema Paese.
Ma soprattutto riteniamo fondamentale introdurre misure di defiscalizzazione per le aziende che investono sulla sicurezza (formazione/informazione risorse e diffusione della cultura della sicurezza cibernetica, etc etc).

Key4biz. Una tecnologia molto promettente, in campo fintech ma non solo, è la blockchain. In che modo e in che direzione si potrebbe sviluppare la blockchain secondo il Movimento?

Mirella Liuzzi. La blockchain è una tecnologia che come noto sta rivoluzionando il mondo bancario e finanziario ma che ha potenzialità di applicazione e sviluppo in tantissimi settori. Pensiamo alle caratteristiche di base della blockchain:
1) la possibilità di identificare in maniera univoca un soggetto in ambiente digitale;
2) la possibilità di certificare con carattere di immutabilità un certo dato o informazione;
3) la possibilità di scambiare valore su un piano globale senza la necessità di intermediari.
Guardando a queste tre caratteristiche fondamentali della blockchain, penso che questa tecnologia possa avere delle applicazioni interessanti nell’ambito della pubblica amministrazione digitale: dall’identità digitale alla tenuta di registri pubblici come si sta sperimentando in alcuni Paesi. In questa direzione è fondamentale a livello legislativo arrivare ad un riconoscimento di questa tecnologia, senza imbrigliarla, in modo da dare valore giuridico a quanto accade attraverso la blockchain.

Key4biz. Per quanto riguarda la digitalizzazione della PA, come pensa il Movimento di spingere il digitale per superare il gap del nostro paese e l’attuazione dei grandi progetti di modernizzazione della Pubblica Amministrazione dell’Anagrafe unica, di Spid, Pagamenti digitali?

Mirella Liuzzi. Partiamo dai dati: secondo il DESI Index 2017, per quanto concerne il settore dei servizi pubblici digitali, l’Italia registra buoni risultati sul fronte dell’offerta, ma presenta uno dei livelli più bassi in Europa in termini di utilizzazione: solo il 16% contro il 34% della media europea.
Questo significa che abbiamo in primo luogo un problema sul fronte della domanda: anche quando i servizi ci sono, il cittadino non li usa o li usa molto poco.
Abbiamo allora bisogno di far comprendere l’utilità e le potenzialità del digitale rispetto al rapporto con la pubblica amministrazione, soprattutto con riferimento a quelle fasce di popolazione che per ragioni anagrafiche o economiche usano poco la rete.
Occorre un cambio di paradigma che potrebbe essere sintetizzato con lo slogan “Put Citizen First”: per essere pienamente fruibili i servizi online della PA devono essere disegnati sulle esigenze del cittadino e non su quelle dell’apparato burocratico che è chiamato a gestirli.

Key4biz. E’ vero che il modello di PA digitale del Movimento è l’Estonia? In che modo si può replicare almeno parzialmente questo modello nel nostro paese? 

Mirella Liuzzi. Lo stato estone, con il 99% dei servizi della Pubblica Amministrazione disponibili online, fruibili da ogni piattaforma o device, rappresenta la sintesi migliore dell’espressione “Smart Nation” che il nostro candidato premier Luigi Di Maio, ha utilizzato in più occasioni.
Si potrebbe obiettare che l’Estonia ha dimensioni geografiche modeste. Ciò è sicuramente vero, ma quello che può essere d’ispirazione è il modus operandi attraverso il quale si è giunti alla costruzione di uno stato interamente digitalizzato.
C’è, in altre parole, una replicabilità e una scalabilità del modello estone che si fonda su alcuni concetti chiave il primo dei quali risponde alla parola “programmazione”. La smart nation estone è frutto di un lungo percorso avviato nel 1997, proseguito incessantemente per 20 anni e tutt’ora in corso.
Il secondo concetto chiave è “aggregazione”: la carta d’identità estone, ad esempio, è al tempo stesso documento per l’espatrio, patente di guida, carta di debito, tessera sanitaria, abbonamento ferroviario, tessera elettorale, strumento di sottoscrizione. E’ la logica che privilegia la Citizen Experience nell’erogazione dei servizi online, ponendo il cittadino al centro.
Il terzo concetto chiave è “integrazione”: integrazione tra le banche dati pubbliche private, integrazione tra i sistemi d’identificazione.
Il quarto concetto chiave è “sperimentazione”: il modello estone è basato sulla continua sperimentazione di nuove soluzioni e tecnologie. Basti pensare che l’Estonia ha testato la tecnologia blockchain a partire dal 2008 e che al momento è già in prima linea per l’erogazione automatica dei servizi mediante dialogo tra oggetti secondo il paradigma machine-to-machine.

Key4biz. Per quanto riguarda la Rai, quali sono le priorità per riformare in chiave più competitiva e moderna il servizio pubblico?

Mirella Liuzzi. La televisione come l’abbiamo conosciuta fino a oggi sta cedendo il posto a nuovi modi di fruizione dei contenuti audiovisivi attraverso la connessione a internet e l’utilizzo della banda larga. Si sta delineando un nuovo ecosistema digitale in cui i broadcaster tradizionali ridisegnano la propria offerta riposizionandola rispetto ai nuovi attori del mercato.
Ma con il tramonto della tv tradizionale, si modifica anche la natura del pubblico televisivo.
Occorrerebbe, dunque, un radicale ripensamento dell’assetto organizzativo e industriale della Rai.
E per essere indipendente non può più essere governata con le leggi che si succedono da decenni caratterizzate tutte da un ruolo centrale dei partiti politici nel consiglio di amministrazione dell’azienda.
Per quanto riguarda il finanziamento, in Italia vige un sistema “ibrido”, per questo abbiamo strutturato una proposta che permetta di restare ancorati alla missione di servizio pubblico, circoscrivendo la pubblicità a un solo canale e prevedendo determinati vincoli.

Articolo di Key4biz.