24 Ottobre 2018

“Più coraggio su investimenti e regole. Solo così si fa la smart nation”

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Mirella Liuzzi e Antonio Nicita a confronto sulla sfida dell’Italia 4.0. La parlamentare 5 Stelle: “C’è l’impegno del governo a dirottare l’incasso della gara 5G in settori ad alto potenziali di innovazione, dalle Tlc alle startup”. Il commissario Agcom: “Serve un quadro regolatorio nuovo che tenga conto dei business intersettoriali abilitati dalla nuova generazione mobile”


L’Italia si avvia verso la gigabit society. E in questo percorso il 5G gioca un ruolo cruciale. A dimostrarlo l’incasso record della gara 5G: 6,5 miliardi sborsati dagli operatori per accaparrarsi le frequenze. E ora la sfida è anche politica e regolatoria. A parlare dei possibili scenari Mirella Liuzzi, deputata 5 Stelle e componente della commissione Trasporti e Tlc della Camera, e Antonio Nicita, commissario Agcom, in occasione dell’Ericsson Day Italia.

“Il nuovo governo – ha detto Liuzzi – non si limita a gestire l’esistente, ma guarda verso il futuro e questo futuro si chiama smart nation. Per realizzarla c’è l’impegno ad investire l’incasso della gara in settori ad alto contenuto tecnologico e di innovazione, dalle Tlc fino alle startup”.

Un esempio di come questo impegno può essere realizzato è l’emandamento al decreto Genova che porta la firma di Liuzzi stessa.

L’emendamento prevede l’istituzione per l’area di Genova di un fondo per la sicurezza delle infrastrutture stradali da destinare a progetti basati sulla tecnologia 5G.

”Il monitoraggio della sicurezza delle infrastrutture stradali passa per lo sviluppo delle nuove tecnologie e per il 5G che in futuro diverrà strategico e decisivo per la prevenzione dei crolli e dei cedimenti strutturali: mai più eventi tragici come quelli che hanno segnato la storia recente di Genova – ha spiegato Liuzzi – dice -Il fondo prevede una dotazione di 2 milioni di euro per il 2019 e avrà come destinatari gli operatori titolari dei necessari diritti d’uso delle frequenze”.

“L’istituzione di un fondo ad hoc per progetti sperimentali vuole fare del capoluogo ligure una città all’avanguardia per prevenzione e monitoraggio. Il provvedimento, infatti, si inserisce in una sperimentazione 5G già in atto a Genova da luglio e che prevede la realizzazione delle infrastrutture di rete necessarie per lo sviluppo dei servizi digitali di nuova generazione abilitati dal 5G”.

E il 5G è una straordinaria leva anche di sviluppo di tecnologie 4.0, dalla blockchain fino all’intelligenza artificiale.

“Ecco perché – ha ricordato la parlamentare 5 Stelle – nella manovra sono stati stanziati fondi ad hoc per lo sviluppo di AI e blockchain e al contempo avviate dal Mise due call 4 experts: siamo a caccia di esperti che contribuiranno ad elaborare una strategie nazionale su questi settori chiave”.

“Abbiamo l’ambizione – ha concluso Liuzzi – di fare diventare l’Italia leader nel 5G. Il Paese ha le carte in regola”.

La sfida sulla nuove tecnologia mobile si gioca anche sul fronte regolatorio, come ha ricordato il commissario Agcom Antonio Nicita.

“Il 5G abilita business intesettoriali – ha sottolineato – In questo senso è chiaro che la regolazione pensata per il 4G, ad esempio, è un modello che non funziona più. Bisogna pensare a un impianto che non prenda più in considerazione solo il rapporto telco-consumatore, nel quale il servizio veniva erogato in modalità verticalmente integrata, ma scommettere su una semplificazione che tenga in considerazione anche le necessità di player dell’ecosistema 5G che non sono operatori di rete ma enabler o erogatori di servizi digitali”.

Tre le direttrici su cui le autorità di devono muovere. “Ridefinire politiche dello spettro che tengano conto di questo cambiamento – ha evidenziato Nicita – Trovare un punto di incontro tra le regole per i servizi specializzati abilitati dal 5G con quelle della net neutrality e infine lavorare sulla standardizzazione. C’è bisogno di standard nuovi per i business intersettoriali abilitati dal 5G”. Un esempio è il comitato M2M di Agcom, un tavolo dove sono stati chiamati telco e player dell’energia per lavorare su questo fronte.

“È chiaro – ha concluso Nicita – che in un contesto siffatto anche le authority sono destinate a cambiare pelle: da regolatori delle Tlc devono trasformarsi in regolatori di servizi digitali evoluti”.

Fonte: Corcom