12 Giugno 2015

Viadotto di Calciano le paure restano

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Il Viadotto di Calciano, sulla Statale 407 della Basentana, è una infrastruttura di strategica importanza per il trasporto viario della Regione, unisce di fatto le due provincie quella materana e quella potentina. Purtroppo la sua stabilità da tempo risulta fortemente indebolita e ciò nonostante i tanti soldi pubblici spesi per mettere in sicurezza il ponte che attraversa il fiume Basento. La storia non è recentissima ma molto simile a quella di tante, troppe, opere pubbliche sparse per il nostro territorio, spesso incompiute o fatte male. I lavori per la messa in sicurezza partono dall’ormai lontano 1995 quando fu realizzata la prima briglia. Peccato che ad oggi le condizioni di stabilità non siano di fatto mutate significativamente e ciò a dimostrazione di come i soldi pubblici anche se stanziati in modo consistente (come i 113 miliardi di lire stanziati anch’essi inutilmente per sistemare il Basento nei pressi di Bernalda), spesso a vanto di molti politici locali, non sempre vengono spesi in modo corretto, ciò per i soliti motivi: superficialità,  faciloneria o mancanza di competenza adeguata.

Oggi insieme al portavoce in Consiglio Regione del M5S Gianni Leggieri siamo stati sul posto per un sopralluogo e abbiamo ricostruito l’intera storia del Viadotto, grazie anche alla collaborazione del geometra tricaricese, Nicola Bonelli, che ci ha mostrato le precarie condizioni dell’importante infrastruttura di trasporto lucana.

Nel 1985 l’ANAS fece realizzare già una prima briglia, un’opera definita di ingegneria naturalistica posta trasversalmente rispetto al letto del fiume, per poter frenare il trasporto di materiale solido sul fondale dello stesso fiume. Questa prima briglia si mostrò subito inadeguata. Negli anni che seguirono, dopo aver riempito di materiale il tratto a monte della briglia, la corrente deviò verso destra provoncando un solco nel letto del fiume, scalzò il plinto di una pila e ne scoprì i pali. La piena del marzo 2011 demolì quindi i pali e provocò il crollo della pila e due campate.

Nel 2015 sempre l’ANAS ha fatto costruire una seconda briglia anch’essa parziale nello stesso modo della precedente,  di nuovo a protezione delle fondazioni delle pile.

Ci chiediamo se la progettazione di queste briglie sia avvenuta nella piena competenza in materia di idraulica e morfodinamica fluviale. L’alveo del Basento è sovralluvionato, e scorre su un materasso alluvionale facilmente erodibile in profondità. Non essendo incassato  la corrente può traslare su tutta la pianura fluviale. Di fronte a questo fenomeno erosivo particolare non bastano briglie parziali o realizzate in posizioni inutili. Se si vuole peseverare con la soluzione dell briglie ne occorrerebbero due e totali, ovvero della stessa lunghezza del viadotto.

Ad oggi la situazione, vista da vicino sembra davvero molto precaria, la speranza è che non si ripresenti una piena come quella del marzo 2011, ma intanto sarebbe opportuno un incontro tecnico tra ANAS, Autorità di Bacino ed Enti Locali per trovare soluzioni definitive e in piena sicurezza sul piano del dissesto idrogeologico a livello fluviale, su cui il M5S ha fatto e sta facendo tanto a livello parlamentare e soprattutto sul piano della messa in sicurezza del viadotto, quale fondamentale arteria viaria di comunicazione per la regione Basilicata. Nel 2013 ci fu un incontro in prefettura a seguito del quale passò il messaggio che il ponte di Calciano non facesse paura, ad oggi mi sento di dire che le paure restano nonostante i tanti soldi spesi.

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